domenica 13 settembre 2015

L'ora del mistero

Sarà stato un effetto Tyndall, magari provocato dalla rifrazione della luce radente del sole tra le ombre scure degli alberi che crescono sulle sponde, e fors'anche sulle penne di un uccello che poteva essere bagnato dopo un tuffo nel fiume; certamente la sua forma era simile a quella delle ballerine gialle, ma non giurerei sulle dimensioni, che mi sono apparse leggermente più grandi;
l'unica cosa certa è che a farmi restare per un'ora di sessanta minuti fermo sul ponte, aspettando di rivedere ciò che ho visto, non può essere stata una cosa comune, e infine questo è TUTTO quello che posso dire  con sicurezza;
poteva anche essere una ballerina, ma se qualcuno mi dicesse che sul fiume vivono creature magiche e misteriose, o che esiste un varco dimensionale aperto tra le sue sponde, non farei altrettanta fatica ad accettarlo; quella che oggi ho vista volare da un albero all'altro, per poi svanire nel nulla, è stata la visione più sorprendente e spettacolare che abbia avuta negli ultimi dieci anni (almeno); vedere un airone che ti vola sotto i piedi ad es. è un gran bello spettacolo, ma quando poi lo vedi atterrare e richiudere le ali, lo puoi apprezzare nella intierezza della sua forma terrena e ti rendi conto che è un trampoliere, una visione rara in città, una vera meraviglia che pure non richiede altre spiegazioni: è un uccello di fiume, e in città c'è un fiume, che peraltro ultimamente si è ripopolato di pesci; fortunatamente ho visto sempre più spesso l'airone grigio che vive oltre il ponte, e mi ritengo fortunato di poter vedere ogni  giorno le famigliole di germani reali che prosperano e si allargano; ma ancora, non ho spiegazioni per quello che ho visto oggi, al di là della stranezza di non averlo poi ri-visto prendere il volo malgrado la mia lunga sosta sul ponte, in uno stato di quasi-smarrimento, in attesa di vederlo uscire dall'ombra in cui era svanito;
non è successo, e ora posso solo ricordare la mia impressione di aver visto qualcosa di ESTREMAMENTE brillante che aveva le sembianze di un uccello, ma che avrebbe potuto essere qualsiasi altra cosa, per la inspiegabile brillantezza del piumaggio; o forse era la "riproduzione" di un uccello, di una sostanza talmente luminosa da apparire ai miei occhi come un fuoco blu-verde;
ho 10/10 di vista, sono un appassionato bird-watcher "all'antica" (senza binocolo), non sono più un bambino -non per l'anagrafe almeno- sono astemio, non uso allucinogeni da (troppo) tempo, e a questo punto credo di aver già viste abbastanza cose, anche solo nel regno animale, da non essere più troppo incline allo stupore; soltanto per questo continuerò a chiedermi cosa ho visto veramente oggi, e cosa mi ha costretto a rimanere fermo in quel punto per sessanta minuti e rotti, solo con la speranza di rivederla.
In quell'arco di tempo ho vista anche qualche ballerina gialla, che ha un volo straordiariamente scenografico e un piumaggio vistoso, ma per quanto mi riguarda non ha nulla, proprio nulla a che fare con il mio "uccello di fuoco";
durante la mia ora di attesa mi sono domandato se quella fosse stata un illusione, cosa c'era di vero in quel momento attorno a me; è stata un'esperienza per certi versi simile alla mia unica "OBE" esperita nel secolo scorso, ovvero qualcosa che mi ha costretto a interrogarmi su tutto ciò che ho sempre accettata come la mia realtà quotidiana; il che è forse ancora più straordinario se può essere provocato da una creatura percepita come esteriore, che non da una strana serie di eventi di cui soltanto io sono (stato) l'unico responsabile o perlomeno, potenzialmente, l'unico soggetto interessato;
 alla fine non ho nessuna risposta, nemmeno una briciola di certezza oltre l'aver visto qualcosa di incomprensibile, malgrado la mia impressione, o la sua somiglianza, con un individuo della classe degli Aves;
 questo è un gran bene, perché quell'attimo di pura meraviglia resterà immutato nella mia memoria finchè avrò vita; nemmeno Google è in grado di rompere questo incantesimo, e una volta tanto si tratta di un incantesimo che preferisco non rompere; quella di venerdì 11 settembre 2015 è una data da ricordare, perché ho vista qualcosa di incomprensibile, e per quanto mi riguarda del tutto inspiegabile; potrei dire quindi che, malgrado tutto questo mondo è ancora in grado di stupirmi. Ma invece di dirlo, lo posto. Sono un uomo moderno.

Un'altra novità degna di post sono gli occhi del mio amico Joe (o Gio?), che da un giorno all'altro presentano una forma di eterocromia centrale, più che mai evidente per via del colore verde smeraldo che hanno sempre avuto fino all'altro giorno; ho cercato di catturare il suo nuovo sguardo, ma occorrerebbe qualcosa di simile a una macchina fotografica per farlo; questa è solo una riproduzione digitale a bassa risoluzione ottenuta con il cellulare:

non ci siamo proprio

ADDENDUM del 26.10.2015:
fu davvero un effetto Tyndall, su "un uccello bagnato dopo un tuffo nel fiume", a creare la visione incomparabile del "fuoco blu-verde" di cui scrissi qui sopra il 13.09; la "inspiegabile brillantezza del piumaggio" è inspiegabile soltanto per chi non ha mai vista prima la livrea di un Alcedo atthis in azione nel suo ambiente naturale; il quale, citandomi addosso, "è un uccello di fiume, e in città c'è un fiume, che peraltro ultimamente si è ripopolato di pesci"... e che corrisponde all'habitat ideale dello splendido volatile ittiovoro:

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/2a/Alcedo_atthis_-diving-8e.jpg

e quando infine l'ho potuto apprezzare nella sua intierezza a poca distanza da me, immobile sulla sponda del fiume, il mio mondo è cambiato ancora profondamente, un Sabato 24 Ottobre; quando la condanna dell' ignoranza si è dimostrata ancora all'origine di un altro mistero, piccolo e insignificante, che è costato soltanto un'ora della mia intera esistenza, mentre altri possono prendersi mesi, anni, decenni, o vite intere;
ma è un piccolo esempio da considerare, almeno per chi vi è coinvolto direttamente, come il blogger;
ho davvero creduto di aver veduta la "riproduzione" di un volatile, capace di attraversare il fiume cittadino planando tra una dimensione di fiaba e un mondo di ombre soprannaturali; perché certamente un martin pescatore illuminato dal sole è più vistoso di una ballerina, ma il punto è questo, per chi non ne ha mai visto uno dal vivo la sua stessa visione, in una situazione come quella descritta allora, corrisponde ad una visione dell' ignoto, del mistero stesso; è soltanto "una visione"; come si potrebbe sapere cosa si è visto, quando il soggetto della visione non ha mai partecipato della nostra visione-del-mondo fino a quel momento? 

Un Alcedo atthis è come un marziano, o come una sirena, o un fantasma; è paragonabile a qualunque creatura derivata dal folklore, dalla superstizione, dalla leggenda e dal mito, ovvero a qualunque cosa che non si sia MAI vista prima; nel momento in cui la si vede -almeno nel caso del martino- e non si ha modo di osservare meglio questa realtà finora inosservata, essa continua ad appartenere al mito e alla leggenda e all'ignoto e al mistero, ma nel contempo è entrata a far parte per un istante della "realtà", delimitata dal nostro campo sensoriale. Oggi posso dire di avere osservata questa realtà "nella sua forma terrena" (Id.), è una buona novella per l'intera città, laonde "le condizioni essenziali dei corpi d'acqua abitati da questi uccelli sono la presenza di acque limpide (fondamentali per individuare le prede, dato che il martin pescatore si nutre di animali acquatici che caccia utilizzando principalmente la vista) e di abbondante vegetazione costiera, possibilmente con rami sporgenti sulla ruperficie dell'acqua da eleggere a punti d'osservazione: queste esigenze rendono il martin pescatore un ottimo indicatore di qualità dell'habitat." (SIC -- Wikipedia - corsivo aggiunto) 

Ma per il logofilo cronico, è motivo di interesse anche il nome comune dello Alcedo presso gli anglofoni, che è "fisher king", o re pescatore, in virtù dell'ambiguità di ogni possibile significato del nome; questo personaggio leggendario è entrato a far parte della mia realtà in due brevi istanti eterni, in cui la natura ha suggerita la propria sorgente fantastica, oppure "onirica", o "visionaria", o semplicemente illusoria, così come la natura dei sogni mi si è rivelata spesso nella visione di tanti volatili mai veduti prima cogli occhi aperti. Ancora una volta, con una eccezionale conferma della regola, i comuni volatili della classe "Aves" interpretano una parte degna degli ἄγγελος di biblica memoria e di classe mitologica, volando tra il mondo dei sogni e quello del web-log, attraversando il fiume che attraversa la città. E' un volo teorico.
Un mistero ruperficiale.

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