giovedì 10 aprile 2014

Lo sport di dio

Questo è l'articolo dedicato a Lila su Wikipedia English:

Lila (Sanscrito: लीला, IAST līlā) o Leela, come molte parole in sanscrito non può essere tradotta letteralmente in Inglese ma si può rendere approssimativamente come "recita" (sostantivo). E' comune ad entrambe le scuole filosofiche, dualistica e non-dualistica, ma con delle differenze sostanziali tra le due. Nel non-dualismo, Lila è un modo di descrivere tutta la realtà, incluso il cosmo, come il prodotto della recita creativa dell'assoluto divino (Brahman). Nella scuola dualistica del Vaishnavismo, con Lila si definiscono le attività di Dio e dei suoi devoti, così come le azioni macrocosmiche dell'universo manifesto per come sono descritte nei testi Vaishnava Srimad Bhagavatam, versi 3.26.4.
sa eṣa prakṛtiḿ sūkṣmāḿ daivīḿ guṇamayīḿ vibhuḥ yadṛcchayaivopagatām abhyapadyata līlayā
"come il suo passato, la Personalità Suprema del Divino, il più grande dei grandi, accettò la sottile energia materiale, che è investita con tre modalità della natura."

Interpretazioni Moderne

Brahman è colmo di tutte le perfezioni. E affermare che B. avrebbe qualche scopo nel creare il mondo significherebbe dire che voglia ottenere nel processo creativo di qualcosa, come invece non è. E ciò è impossibile. Dunque, Brahman non può avere alcuno scopo nel creare il mondo. Il mondo è una mera creazione spontanea di Brahman. E' un Lila, o sport [attività ludica, ricreativa, n.d.t.], di Brahman.
Viene creata con Gioia, dalla Gioia e per la Gioia. Lila indica una attività ricreativa spontanea di Brahman, distinta da uno sforzo volitivo auto-cosciente. Il concetto di Lila rappresenta la libertà distinta dalla necessità.
—Ram Shanker Misra, The Integral Advaitism of Sri Aurobindo

La relazione tra Purusa e Prakrti—la forza rivelatrice della natura—diviene la relazione tra maschile e femminile. Questo è manifesto nel tempio di Siva nell'immagine centrale del sivalinga, una espressione dell' unione fra maschile (linga) e del femminile (yoni). L'oggetto cosmogonico basilare di un cosmo che si srotola o che sboccia è espressa specificamente nella relazione tra maschile e femminile, così come nei termini di coscienza e intenzionalità (nel concetto di Lila è la recita divina di maschio e femmina). Come tale, l'immagine centrale della cosmogonia saivita quale fioritura della coscienza e dell'unione sessuale piuttosto che come atto sacrificale. Questo tema ricorre in altre dottrine Induiste come Tantra e Sakta.  —Heinrich Zimmer and Joseph Campbell, Philosophies of India

Lo yogi Vedico non si stanca mai di ripetere che kaivalya, "isolamento-integrazione", si può raggiungere solo voltando le spalle dalle seducenti distrazioni del mondo e adorando con devozione assoluta l'informe
Brahman-Atman; per il Tantrico, invece —come per il normale figlio del mondo— questa nozione sembra patologica, l'esito sconclusionato di una certa indisposizione intellettuale. (...)
"Mi piace mangiare zucchero" come disse Ramprasad, "Ma non ho desiderio di diventare zucchero."
Che chi patisce per i legami del samsara cerchi la liberazione: il devoto perfetto non soffre; poiché egli può visualizzare ed esperire la vita e l'universo come rivelazione della Suprema Forza Divina (shakti) della quale egli è innamorato, l'Essere Divino omni-comprensivo nel suo aspetto cosmico di giocosa, inutile esibizione (lila) —che precipita il dolore così come la gioia, ma nella sua assoluta felicità trascende entrambi —Rohan Bastin, The Domain of Constant Excess: Plural Worship at the Munnesvaram Temples in Sri Lanka

Il tema basilare ricorrente nella mitologia Hindu è la creazione del mondo attraverso il sacrificio del Dio —"sacrificio" nell'accezione originale di "rendere sacro"— ove Dio diviene il mondo che, infine, diviene ancora Dio.
Questa attività creativa del Divino è chiamata lila, la recita di Dio, e il mondo è visto come il palcoscenico della recita divina. Come molti miti induisti, quello di Lila ha un forte gusto magico.
Brahman è il grande mago che trasforma sé stesso nel mondo e quindi si esibisce in questo numero con il suo "potere magico creativo", che è il significato originario di maya nel Rig Veda.
La parola maya - uno dei concetti più importanti nella filosofia Indiana- ha cambiato significato nei secoli. Dal potere dell'attore e mago divino, passò a significare lo stato psicologico di chiunque sotto l'incanto della magica recita. Fintanto che confondiamo le miriadi di forme della divina lila con la realtà, senza percepire l'unità di Brahman che soggiace in ognuna delle forme, restiamo sotto l'incantesimo di maya (...)
Nella visione Induista della natura, dunque, tutte le forme sono relative, fluide e sempre mutevoli maya, messe in scena dal grande mago della recita divina. Il mondo di maya cambia continuamente, poiché la divina lila è una recita ritmica, dinamica. La forza dinamica della recita è karma, altro concetto preminente nel pensiero Indiano. Karma significa "azione". E' il principio attivo della recita, l'universo totale in azione, dove ogni cosa è dinamicamente connessa con ogni altra cosa. Nelle parole del Gita Karma è la forza della creazione, dalla quale tutte le cose hanno la loro vita.  —Fritjof Capra, The Tao of Physics (1975)

Implicazioni

Le diverse denominazioni Induiste differiscono su come un umano dovrebbe reagire alla consapevolezza di Lila. Il Karma Yoga concede un approccio gioioso a tutti gli aspetti della vita ("accettazione intenzionale") mantenendo una distinzione con il Supremo, mentre Bhakti e Ynana Yoga invitano allo sforzo dell'unità con il Supremo. Lila è una idea importante nel culto di Krishna (come burlone) e Shiva (come danzatrice), ed è stato utilizzato da scrittori moderni come  Stephen Nachmanovitch, Fritjof Capra, Alan Watts e Robert M. Pirsig. Lila è comparabile alla posizione teologica Occidentale del Pandeismo, che descrive l'Universo come Dio che prende una forma fisica per poter esperire l'interazione fra gli elementi dell'universo.

http://en.wikipedia.org/wiki/Lila_(Hinduism) - Trad. MIA

Questa è la voce Lila su Wikipedia Italia:

Lila o Leela (sanscrito: लीला: passatempo, gioco) è un concetto della religione induista e della filosofia indiana.  Nelle scuole filosofiche monistiche Lila è un modo per descrivere l'intera realtà, incluso il cosmo, come prodotto del gioco creativo dell'assoluto divino, il Brahman.  Per le scuole dualistiche (Vaishnava e shaiva), invece, il termine si riferisce alle azioni di Dio e dei suoi devoti, distinte dalle comuni azioni del karma.

http://it.wikipedia.org/wiki/Lila_(induismo)

Merita una nota il fatto che lo "hobby divino", con il quale Brahman diventa dio e universo a volontà, e per l'eternità, viene chiamato lila dagli Indiani e per gli Inglesi è uno sport, ovvero ciò che per noi Italiani è una attività ricreativa.
Perché Qui e Ora viviamo in un mondo di parole e numeri, e nient'altro che parole e numeri.

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